Le Ciclone
erano una classe di Torpediniere di scorta in servizio nella Regia
Marina durante
la seconda guerra mondiale. Il progetto derivava dalle precedenti
Classe Orsa I e II Serie, rispetto alle quali
avevano più stabilità ed un più
pesante armamento antisommergibile.
Durante i primi mesi di
guerra i vertici della Regia Marina si resero
conto, che per difendere efficacemente
il traffico mercantile tra l'Italia e il nord Africa si dovevano
costruire navi
appositamente progettate per lo specifico utilizzo.
Poiché durante gli anni
precedenti il problema era stato comunque affrontato
e risolto in modo più che
soddisfacente con le valide 4 Torpediniere di scorta classe Pegaso,
entrate in
servizio nel 1938, si decise di riprodurre tali navi apportando alcuni miglioramenti, sulla base
delle esperienze
dei primi mesi di guerra.
Nel
settembre del
1940 vennero ordinate le prime 12 navi, la cui costruzione
cominciò tuttavia
solo nella primavera del 1941, per
consentire
alcune modifiche rispetto al progetto iniziale.
Infatti
furono aumentate
la larghezza di mezzo metro ed il
numero
di unità da produrre, dalle 12 inizialmente previste si
passò a 16 unità da
costruire in vari cantieri nazionali.
Come
da progetto, tutte
le unità, furono dotate di ecogoniometro e di lanciabombe
laterali di produzione
tedesca, oltre alla tradizionali due tramogge a poppa; fu imbarcato
anche un
consistente armamento silurante costituito da due impianti binati di
lanciasiluri da 450 mm posizionati uno per lato in coperta, il resto
dell'armamento ebbe notevoli variazioni:
Ghibli -
Impavido - Impetuoso - Indomito
- Monsone
furono armate come previsto dal
progetto originale
3 cannoni da 100/47 in tre impianti singoli ( una prora,
uno sulla tuga a centro nave, uno a poppa )
8 mitragliere da 20/65 ( in 3
impianti binati e due singoli )
Aliseo -
Ardente - Ciclone - Fortunale
-
Groppo - Tifone - Uragano
2 cannoni da 100/47 con il
pezzo centrale sostituito da un aggiuntivo impianto binato di armi da
20 mm
portando quindi il totale delle mitragliere a 10.
Animoso -
Ardito - Ardimentoso - Intrepido
2 cannoni da 100/47 ma sulla tuga destinata al terzo pezzo
venne montata una moderna postazione quadrupla di armi da 20
Flak/Vierling di costruzione
tedesca portando quindi a 12 il numero di armi contraerei.
Nelle
fasi di prove a mare, le prestazioni di queste torpediniere
furono inferiori alla
precedente Classe Pegaso, principalmente dovute all'aumento dei pesi,
alle modifiche
apportate al progetto originario, la costruzione affrettata e
soprattutto ai
materiali scadenti utilizzati.
Di
tutta la Classe solo l'Intrepido non fece in tempo
ad entrare in
servizio, in quanto sopraggiunse l'armistizio e, pertanto fu catturato
dai
tedeschi.
Tra
le unità di questa classe, l'Aliseo
il 9 settembre 1943, al comando del Capitano di Fregata Carlo Fecia di
Cossato fu
protagonista nelle acque della Corsica di una clamorosa azione.
Circondato da
dieci unità tedesche riuscì ad evitare la cattura
affondandone sette e danneggiandone
altre tre riparandosi infine nel porto di Palermo.
Nel dopoguerra nessuna di queste navi
rimase in servizio nella Marina Italiana,
le 5 superstiti vennero tutte cedute per il Trattato di Pace, mentre le
rimanenti: 6 furono affondante in guerra e 5 perse per cause
armistiziali.
Insieme
alla Classe
Soldati, la Ciclone fu la classe di navi che ebbe il più
alto numero di unità
che servirono sotto altre bandiere. Oltre ad Ardito ed Intrepido, in
seguito
alle condizioni del Trattato di Pace
del 1949, anche l'Indomito e l'Aliseo dovettero essere cedute in conto
riparazione
danni di guerra alla Yugoslavia.
La
stessa sorte
toccò alle torpediniere Animoso, Ardimentoso e Fortunale che
nel 1949 dovettero
essere cedute all'Unione Sovietica.
Anche
la Classe
Soldati come la Classe Ciclone ebbe due unità catturate dai
tedeschi che
vennero incorporate nel gruppo delle Torpedoboot
Ausland della Kriegsmarine anche
se nel caso della Classe Soldati una delle due unità
catturate non entrò mai in
servizio.
Il
modello finito |
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Navy & Modeling |
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