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Kit in plastica - scala 1/350
modificato / migliorato

Portaerei Us Navy - Classe Yorktown 
"Uss Hornet" (CV 8)
Giugno 1942


Il modello finito
The completed model by Luciano Rizzato
The wallpaper

Associazione Modellismo Storico Verona
VIII Mostra Concorso di Modellismo
"Città di Verona"
Ex Arsenale Austriaco
2 - 10 giugno 2012
Argento  (Silver Medal)
FEDERAZIONE ITALIANA NAVIMODEL
CAMPIONATO  d'ITALIA  2011
Modellismo Navale Statico
SEZIONE "C"
3 - 5 Giugno 2011
Viareggio (LU)

Oro (Gold Medal)   -  Punteggio 96,33
FEDERAZIONE ITALIANA NAVIMODEL
UNIONE MODELLISTI PERUGINI
CAMPIONATO  d'ITALIA  2010
Modellismo Navale Statico
SEZIONE "C"
28 - 30 Maggio 2010
Mantignana di Corciano (PG)
Oro (Gold Medal)   -  Punteggio 96,33

La storia
    La Uss Hornet (CV-8) fu la terza unità della Classe di portaerei Yorktown, venne impostata il 25 settembre 1939 e varata il 14 dicembre 1940 nel Cantiere Navale Newport News Ship Building & Dry Dock Co., a Newport News, (Va). Madrina alla cerimonia del varo la Sig.ra Frank M. Knox, moglie dell'allora Segretario della Marina Americana; fu consegnata ufficialmente all’Us Navy il 20 Ottobre 1941 a Norfolk, il Comandante della portaerei fu il Capitano Marc A. Mitscher.
    L’unità, appena in servizio, fu dislocata presso la base navale di Pearl Harbor. La sua prima vera missione iniziò il 2 febbraio 1942, quando la Hornet partì da Norfolk con a bordo due B-25 sul suo ponte di volo. Giunti in mare aperto, gli aerei furono lanciati con grande sorpresa e stupore dell'equipaggio, infatti, nessuno conosceva il motivo di tale esperimento.
    Al termine degli esperimenti ed esattamente il 20 marzo 1942 la Uss Hornet arrivò nella base navale di San Francisco, dove in breve tempo imbarcò 16 bombardieri B-25 sotto il comando del Tenente Colonnello James H. Doolittle con 70 ufficiali e 64 sottufficiali al suo seguito.
    La Hornet ripartì da San Francisco il 2 aprile per un importante missione mai tentata prima, gli ordini dell’operazione erano “sigillati” per la massima segretezza. Solo in mare aperto, a missione già iniziata, il Comandante della portaerei, Capitano Mitscher, informò l’equipaggio della loro missione: Lo storico Raid su Tokio.

    Undici giorni più tardi, al largo delle Midway circa, la Hornet  si unì alla portaerei gemella Uss Enterprise (CV 6) costituendo così, insieme alle unità di scorta, la Task Force 16. La Uss Enterprise doveva fornire la necessaria copertura aerea.
    Inizialmente il piano prevedeva che la forza di attacco doveva giungere a circa 400 miglia dalla costa giapponese e, comunque, nella mattina del 18 aprile 1942.
    Ma la fortuna non aiutò inizialmente la missione, una nave da guerra giapponese in perlustrazione nell'area, entrò in contatto visivo con la Task Force 16. L'incrociatore USS Nashville affondò la piccola unità giapponese, ma questa purtroppo, aveva già lanciato l’allarme sulla presenza e posizione della forza d’attacco americana.
    Questo imprevisto obbligò il comando della missione ad anticipare l’inizio del raid, nonostante fossero ancora a 600 miglia dalla costa giapponese. Infatti, l’Ammiraglio William F. Halsey, alle 08.00 del 18 aprile 1942 ordinò l’immediato lancio dei 16 B-25 dal ponte di volo della Hornet, il Raid su Tokio era appena iniziato.

    Le operazioni di lancio furono molto rischiose, un forte vento da 40 nodi, il mare increspato e l'onda lunga, creava pericolosi spruzzi d’acqua che inondavano il ponte di volo. Il primo B-25, comandato dal Colonnello Doolittle, aveva a disposizione 467 piedi di ponte di volo, mentre solo gli ultimi potevano sfruttare al massimo la lunghezza del ponte. Così entro le 09.20  del 18 aprile 1942 tutti e 16 i B-25 decollarono dalla Hornet.
    Subito dopo il lancio, la Task Force 16, invertì la rotta per fare rientro alla base navale di Pearl Harbor. A seguito di intercettazioni delle comunicazioni radio giapponesi, alle ore 14.46, a bordo delle navi americane si venne a conoscenza del successo delle incursioni aeree operate dai B 25. La missione della Hornet fu tenuta segreta per circa un anno, prima che il Presidente Roosevelt, ne divulgasse la notizia alla nazione.
    Il 30 aprile 1942, la Uss Hornet, fu inviata nel Mar dei Coralli come rinforzo alle portaerei
USS Yorktown (CV 5) e USS Lexington (CV 2), ma giunse in zona quando ormai la nota e omonima battaglia navale ebbe termine. Successivamente prese parte alla più importante battaglia aeronavale della guerra nel Pacifico, infatti, il 28 maggio 1942 le portaerei Hornet, Enterprise, Yorktown e relativa scorta salparono da Pearl Harbor con rotta per le Isole Midway, dove  dal 4 giugno 1942 ebbe luogo la storica battaglia aeronavale.
    Dal 17 agosto 1942, la Uss Hornet, fu impegnata nell’area di Guadalcanal; l’Us Navy in questo periodo rischiò di perdere la supremazia aerea dell’area, in quanto le portaerei Enterprise (CV-6) e Saratoga (CV-3) in momenti diversi furono danneggiate, mentre la Wasp (CV-7) venne affondata, lasciando così all’unica rimasta Hornet il compito della copertura aerea fino al 24 ottobre 1942 circa.
    La Battaglia aeronavale delle Isole di Santa Cruz, fu decisiva per la Hornet, ebbe luogo il 26 ottobre 1942; non vi fu contatto tra navi di superficie, ma solo numerosi attacchi aerei da entrambe le formazioni navali.
    Gli aerei della portaerei Enterprise bombardarono la Zuiho, mentre quelli della Hornet danneggiavano gravemente la Shokaku e l’incrociatore Chikuma. Nel frattempo, la Hornet doveva difendersi dagli attacchi aerei delle portaerei giapponesi, proprio nel corso di questi, venne gravemente danneggiata. Dalle ore 09.10 alle 09.17 del 26 ottobre 1942 fu colpita da due Kamikaze, sette bombe e due siluri, l’equipaggio abbandonò la portaerei e fu tratto in salvo dall’incrociatore Uss Northhampton (CL-26) e dai destroyer Mustin e Anderson.
    Alle 01.35 del 27 ottobre 1942, la Uss Hornet affondò al largo delle Isole di Santa Cruz esattamente dopo un anno e sei giorni dalla sua entrata in servizio nell’Us Navy.

    Il 13 gennaio 1943 la Uss Hornet (CV 8)  fu insignita con quattro “Battle Star” mentre lo Squadron 8 imbarcato fu decorato con il “Presidential Unit Citation” per lo straordinario eroismo dimostrato durante la battaglia aeronavale delle Midway.

IL KIT

    Cari amici modellisti
    Ho pensato così alla Hornet, famosa portaerei americana, per aver lanciato dal suo ponte di volo i bombardieri B 25 per il noto "Raid su Tokio". 
    Un eccellente kit con straordinari margini di miglioramento, infatti su questo modello, è possibile ricostruire in modo molto attendibile gli interni dell'hangar, oltre ai consueti miglioramenti esterni. Tutti i marchi produttori di fotoincisioni hanno realizzato un set dedicato, io userò alcuni di questi.
    Per non creare confusione, ho deciso di mostrarvi i set di miglioria gradualmente e, seguendo le complesse, ma non difficili fasi di realizzazione.

La realizzazione
    In questa prima serie di foto, si vede lo scafo assemblato, è noto che la Trumpeter divide lo scafo alla linea di galleggiamento, permettendo così l'eventuale realizzazione di un diorama. Ovviamente io preferisco il classico statico a scafo completo, quindi ho unito le due parti di scafo, l'operazione ha richiesto qualche piccolo intervento!
    E' opportuno, per chi lo desidera, effettuate subito alcune modifiche:
1 eliminare le catene delle ancore stampate a prua, per poi successivamente sostituirle con quelle in metallo dell'Amati (Mod. F);
2 asportare tutte le bitte in plastica presenti sul ponte, sostituendole in seguito con quelle in resina e più realistiche della francese L'Arsenal  (Set AC 350 57)
;
    In questo modello, le strutture verticali che compongono di fatto l'Hangar, sono costituite da più parti, quindi vanno assemblate. Se si vuole realizzare gli interni dell'Hangar come in questo caso, queste vanno decisamente modificate. I passaggi  a murata vanno "aperti" per rendere visibili il più possibile gli interni dell'Hangar.
    Nelle foto sopra vediamo il lungo e paziente lavoro di apertura di quasi tutte le "serrande", sarebbe opportuno diversificare nel seguente modo: qualcuna chiusa, alcune parzialmente aperte e le rimanenti completamente aperte.
    Sarebbe opportuno aprire anche qualche portello, esiste un set di miglioramento della Tom's Modelworks Us Naval Doors (set 3545) che consente la realizzazione della versione aperta di tutti i portelli verticali in uso all'Us Navy.
    In queste foto è visibile anche un interessante set in resina (forse attualmente fuori produzione), sempre dell'americana Tom's Modelworks, questo realizza alcune strutture interne, vanno posizionate in punti ben precisi dell'hangar e sono una fedele riproduzione, il set è composto da parti in resina e fotoinciso.
    Si va avanti con la realizzazione degli interni dell'Hangar, nelle foto sotto, è possibile vedere l'utilizzo del set di miglioramento dell'inglese WEM "Information sheet on how to scratchbuild interior section".
    Questo foglio è contenuto nel set "Interior fittings and accessories", oltre alle consuete fotoincisioni, questo foglio (A4) è una dima! Consente infatti la precisa riproduzione in plasticard della struttura interna degli elevatori/ascensori. Nel kit questo dettaglio e praticamente trascurato.
White Ensign Models
WEM PE 3541
USS HORNET
"The Hangar Deck"
    Ovviamente, come potete vedere nelle foto, le parti non sono ancora incollate. E' preferibile effettuare numerose prove a secco, compreso la prova di assemblaggio del ponte di volo.
    Nella sequenza di foto sotto, è possibile vedere l'apertura di tutti gli ascensori sul ponte di volo. Uno di essi è già aperto da kit, ma gli altri due (centrale e poppiero) sono chiusi. Un lungo paziente e delicato lavoro con una lama affilatissima, ma alla fine il risultato è ben visibile.
    Importante: vanno salvati gli ascensori (separati dal ponte di volo), in quanto questi saranno utilizzati successivamente. Altro intervento importante è quello di assottigliarli quanto più possibile, utilizzando un lungo foglio di carta vetro applicato su di una superficie rigida e perfettamente piana, si dovrà ridurre lo spessore degli ascensori a circa poco meno di 1 mm.
    Nella foto grande, la preparazione di uno degli ascensori, utilizzando il set della Tom's Modelworks,si realizza in fotoinciso il telaio, parte inferiore, dell'acensore. Altro interessante dettaglio realizzabile sono le barriere in caso di atterraggio di emergenza, il pezzo in fotoinciso è tratto dal set della Gold Medal Models.
    Sul modello, questo particolare è stampato sul ponte, pertanto applicarlo significherebbe sovrapporlo a quello già esistente, creando così un innaturale spessore sul ponte. Allora ho pensato di asportare quello stampato sul ponte, seguendo lo stesso procedimento degli ascensori, per poi applicare a filo quello fotoinciso. Beh! Il risultato lo si può vedere nelle foto sotto.