Kit in resina - scala 1/350

Incrociatore da battaglia  Classe  Kongo
"IJN Kirishima"
1942


Resin kit reviewed by Luciano Rizzato

LA STORIA
Tokio 1910
    Le più alte cariche del Ministero della Marina Imperiale, erano alla ricerca di nuovi progetti navali. Il loro intento era quello di creare delle nuove classi di Incrociatori da battaglia, dotati di elevata velocità e notevole potenza di fuoco. Visto il valido progetto inglese Dreadnought del 1905, ideato dal costruttore inglese Sir George Thurston e soprattutto vedere ridotti all’indispensabile i tempi di realizzazione eliminando tutta la fase di progettazione, si convinsero di acquisire questo innovativo tipo di nave.
    Il progetto Kongo, fu ispirato agli allora contemporanei incrociatori inglesi della Classe Lion, ma decisamente migliorato nella protezione sullo scafo e nella potenza di fuoco, infatti furono dotati di pezzi da 356 mm contro i 343 mm del progetto inglese.
    Il Governo giapponese nel 1910 approvò definitivamente la costruzione dell’Incrociatore KONGO, che avvenne nei cantieri navali britannici della Vickers-Armstrong. Il contratto di acquisizione dell’Incrociatore da battaglia prevedeva inoltre la contemporanea costruzione in Giappone nell’Arsenale di Yokosuka dell’incrociatore gemello Hiei con l’importantissima ed indispensabile assistenza tecnica-progettuale del cantiere navale britannico.
    L’Ammiragliato giapponese, infatti, utilizzò questa nave come prototipo per poi successivamente realizzare le altre navi gemelle “migliorate” nei cantieri navali nazionali ovvero  Haruna e Kirishima.
    Gli Incrociatori Kongo, Hiei vennero inpostati nel 1911, un anno dopo in altri arsenali, gli altri due incrociatori gemelli Haruna e Kirishima, vennero tutti nominati con nomi di montagne, Kirishima, in Giappone è una catena montuosa di origine vulcanica ed attualmente uno dei più importanti parchi naturali, denominato Parco naturale del Kirishima.
    17 marzo 1912, l’Incrociatore da battaglia Kirishima veniva impostato sullo scalo del cantiere navale Mitsubishi a Nagasaki e varato il 1 dicembre 1913. Seguì la fase di completamento e venne consegnato ufficialmente alla Marina Imperiale il 21 dicembre 1915. Come da progetto originale questa nave raggiungeva il ragguardevole dislocamento di 33.400 tonnellate ed una lunghezza fuori tutto di 222 metri, era dotata di scafo molto lungo e linee di carena molto affinate, un apparato propulsivo di costruzione inglese basato su 36 caldaie a carbone e quattro gruppi di turbine che alimentavano altrettanti assi/eliche, la nave inoltre aveva buone qualità manovriere ed evolutive. Inizialmente era dotato di tre fumaiuoli e ridotte sovrastrutture, spiccavano alti invece i due tripodi. L’armamento era costituito da 8 cannoni da 356/45 mm divisi in quattro torri binate, 16 cannoni da 152/50 mm sistemati in batteria, 8 pezzi da 76/40 mm ed infine 8 tubi lancia siluri da 533 mm. L’apparato motore sviluppava una potenza di 64.000 Hp ed imprimeva alla nave una velocità massima di 27,5 nodi (miglio marino/orario). La denominazione di incrociatore da battaglia era veramente riduttiva, infatti le caratteristiche tecniche appena citate erano più consone ad una nave da battaglia.
    Nel periodo tra le due Guerre Mondiali ed esattamente tra il 1923 ed il 1925 la Kirishima fu sottoposta ad alcuni lavori di ammodernamento insieme agli altri incrociatori della stessa classe. Venne installata una direzione di tiro sul tripode prodiero e modificato il primo fumaiuolo, posizionato subito dietro, infatti venne aggiunta una grande “unghia” con lo scopo di impedire ai fumi emessi, un possibile disturbo alla nuova direzione di tiro installata. I lavori più importanti o meglio conosciuti come prima ricostruzione, vennero eseguiti tra il 1928 ed il 1932 nell’Arsenale di Kure per la Kirishima. Da questo ciclo di lavori venne escluso l’Incrociatore Hiei, per il Trattato di Washington: Giappone, Stati Uniti, Inghilterra, Francia e Italia sottoscrissero l'accordo per limitare il dislocamento ed armamento delle navi da battaglia, portaerei ed incrociatori. L’Incrociatore Hiei, in questo periodo infatti, fu trasformato in nave scuola con una sensibile riduzione dell’armamento, corazzatura e potenza dell’apparato propulsivo. Sulle altre tre gemelle invece, i lavori furono di notevole importanza: vennero applicate le controcarene sullo scafo per migliorare la protezione subacquea; fu migliorata la corazzatura orizzontale sullo scafo e delle torri binate da 356/45 mm; ridotto il numero di tubi lanciasiluri da 8 a 4; migliorato in qualità l’armamento secondario con la sostituzione dei vecchi 76/40 mm con i nuovissimi 80 mm; venne inoltre aumentata la gittata dei 356 mm modificando le torri, permettendo così un elevazione maggiore, dagli iniziali 30° ai  43°; venne modificato inoltre l’apparato propulsivo, dove le 36 caldaie a carbone vennero sostituite con 10 a combustione a nafta e 6 a carbone, questo però non fù un miglioramento in quanto la velocità massima passò dai 27,5 originari a 25,9 nodi dopo la modifica.
     Questa riduzione di potenza portò all’abolizione del primo fumaiuolo ed alla completa ricostruzione degli altri due assumendo maggiori dimensioni. Vennero imbarcati 3 idrovolanti, questi però decollavano senza l’ausilio di alcuna catapulta, ma a mezzo di un picco di carico venivano posati sull’acqua e da li decollavano.
    Dopo pochi anni, esattamente tra il 1934 ed il 1937, tutti gli incrociatori classe Kongo ritornarono ai cantieri per un altro importante ciclo di lavori, anche questi meglio conosciuti come seconda grande ricostruzione. La Kirishima eseguì questi lavori presso l’Arsenale “Sasebo”, questa volta il mutamento riguardò in modo determinante le sovrastrutture. Il torrione principale venne letteralmente ricostruito, trasformandosi in una maestosa struttura, definita poi “stile pagoda”. Questo tipo di struttura venne successivamente utilizzata su tutte le grosse navi da guerra giapponesi, divenendo così un  classico.
    Altri importanti lavori riguardarono l’apparato motore, che fu completamente sostituito, permettendo così lo sviluppo di ben 136.000Hp pari ad una velocità massima di 30 nodi circa. Il raggiungimento di questa elevata velocità per una nave di queste dimensioni, fu possibile anche per l’aumento del coefficiente di finezza alla linea di galleggiamento, ovvero lo scafo fu allungato di 8 metri.
    Tutto l’armamento secondario fu potenziato ma vennero sbarcati completamente i tubi lanciasiluri. Per quanto riguarda la componente aeronautica, venne imbarcata una catapulta tra la terza e quarta torre, consentendo così il lancio di velivoli dal ponte.
    Nel 1936, con il ritiro del Giappone dal Trattato di Washington, anche l’Incrociatore Hiei fu modificato quasi alla pari dei suoi gemelli, l’estetica delle sovrastrutture era simile, anche se queste erano state migliorate rispetto alle altre tre unità da guerra, tantè che queste nuove soluzioni adottate sulla Hiei vennero ulteriomente sviluppate ed utilizzate sulle future navi da battaglia classe Yamato. I lavori  sulla Hiei terminarono circa nel 1940.
    A conclusione di questa importante analisi tecnica sugli incrociatori da battaglia classe Kongo, si può tranquillamente affermare che queste navi erano sì, classificate originariamente incrociatori da battaglia, ma di fatto erano delle ottime navi da battaglia e durante il conflitto nell’Oceano Pacifico dimostrarono tutto il loro valore tecnico.

La Kirishima durante il periodo bellico
11 - 17 novembre 1941
    La Kirishima era alla fonda nel porto di Sasebo, a bordo, l’equipaggio si preparava per l’imminente attacco agli Stati Uniti. Il 22 novembre 1941 giunse nella Baia di Hitokappu, in porto si trovava anche il grosso della forza di attacco. Al comando della Kirishima il Contrammiraglio Takasu Shiro.
26 novembre 1941 Operazione "Z"
    La Kirishima lasciava la Baia di Hitokappu insieme alla imponente flotta giapponese che comprendeva anche il gruppo d’attacco di portaerei Akagi, Kaga, Hiryu, Soryu, Shokaku e Zuikaku. Durante la navigazione ed esattamente il 2 dicembre 1941 alle 12.08, veniva ricevuto il messaggio in codice, confermando che le ostilità dovevano iniziare l’8 dicembre 1941 (data in Giappone per la differenza di fuso orario). Il 4 dicembre 1941 nella zona di mare Latitudine 42° N longitudine 170° E, la flotta giapponese effettuava approvvigionamento viveri e rifornimento di carburante.
    Alle ore 06.30 del 7 dicembre 1941 iniziava l'attacco su Pearl Harbour, alle 07.55 partiva la prima ondata di 189 aerei (90 Tipo 97 Nakajima B5N2 "Kate", 54 Tipo 99 Aichi D3A1 "Val" e 45 Tipo 0 Mitsubishi A6M2 "Zeke" condotti da Fuchida Mitsuo. Il 24 dicembre 1941 al termine delle operazioni la Kirishima rientrava alla base navale ed arsenale di Kure. Successivamente prendeva parte a tutte le principali operazioni navali e d’invasione delle Isole nel Pacifico.
 

5 April 1942: “Operazione C Raid nell’Oceano Indiano”
    Incursioni nell'Oceano indiano che portarono all’attacco su Columbo, Ceylon (attualmente Sri Lanka), 315 aerei condotti dal Capitano Fuchida attaccarono la base navale britannica. Tutte le installazioni della base venivano distrutte compreso i 27 aerei a terra ed il cacciatorpediniere HMS TENEDOS, l’incrociatore HMS HECTOR ormeggiati, nell’attacco perirono circa cinquecento marinai inglesi.
    Mentre al largo un ricognitore decollato dall’Incrociatore pesante giapponese Tone rilevava la posizione degli incrociatori HMS CORNWALL e DORSETSHIRE privi di copertura aerea, 88 aerei decollati dalle portaerei AKAGI, HIRYU e SORYU affondarono i due incrociatori.

4 giugno 1942 “Operazione MI - Battaglia aeronavale di Midway”
    08.17 La KIRISHIMA navigava in formazione sul lato dritto della portaerei AKAGI, quando furono attaccati da quattro aerosiluranti Martin B-26 "Marauders" appartenenti al 69th Squadron, 38th Bombardment Group. L’Akagi immediatamente lanciò dieci A6M  "Zeke" per intercettarli. Intanto la KIRISHIMA con tutto l’armamento contraereo di bordo provava a respingere l’attacco. Infatti due B-26 furono abbattuti.
    08.25 Il LtCdr William H. Brockman Comandante del sommergibile americano USS NAUTILUS (SS-168) inquadrò al periscopio la Kirishima a circa 4,500 Yards, ordinò il lancio di siluri Mark 14, ma per buona sorte della Kirishima, si verificò un malfunzionamento al sistema di lancio. A bordo della Kirishima le vedette di guardia, nel frattempo avevano avvistato il periscopio del Nautilus sulla dritta, la Kirishima aprì il fuoco con i pezzi della batteria di dritta (sette pezzi da 152/50 mm) contro il periscopio del sommergibile ma inutilmente. Intanto l’Incrociatore leggero NAGARA contrattaccava senza successo con le cariche di profondità mentre la Kirishima si allontanava con l’Akagi a 25 nodi.
10.25 Tutto l’armamento contraereo della Kirishima era impegnato a respingere i ripetuti attacchi aerei della portaerei americana USS YORKTOWN (CV 5), poco dopo, infatti le portaerei AKAGI, KAGA e SORYU erano pesantemente bombardate ed in fiamme, l’unica portaerei indenne, la HIRYU lanciava 24 aerei per un disperato contrattacco.  
    16.58 Stessa sorte toccava all’unica portaerei superstite, ventiquattro aerei americani, incluso 10 della ex  YORKTOWN  trovarono  la HIRYU e la colpirono con quattro bombe. La Kirishima tentò di rimorchiare la malridotta ed agonizzante portaerei, ma sopraggiunta la sera, il Comandante della Kirishima per paura di attacchi subacquei, via radio chiese all’Ammiraglio Nagumo l’autorizzazione di abbandonare la Hiryu.
    5 giugno 1942, quella notte la Kirishima prese a bordo numerosissimi naufraghi superstiti delle portaerei AKAGI, KAGA, SORYU e HIRYU.  

    14 giugno 1942 la Kirishima rientrò a Hashirajima ed insieme alla Hiei furono riassegnate alla III Flotta agli ordini dell’Ammiraglio Nagumo. Parteciparono alla Battaglia delle Solomone Orientali in agosto e a numerose missioni nell'area di Guadalcanal. Nella notte tra il 12 ed il 13 novembre 1942: Hiei, Kirishima, l’incrociatore leggero Nagara e 11 cacciatorpedinieri effettuavano un bombardamento costiero su Guadalcanal, ma nel mezzo della notte la squadra navale giapponese venne intercettata da navi americane ed esattamente dagli Uss: Atlanta, San Francisco, Portland, Helena, Juneau, scortati da 8 cacciatorpedinieri.
    Lo scontro avvenne a distanza ravvicinata con gravi perdite per entrambe le forza navali. Gli incrociatori americani Atlanta e Juneau e quattro cacciatorpedinieri affondarono. La Hiei fu inizialmente danneggiata dalle bordate degli incrociatori americani, ma affondò il giorno seguente durante un attacco aereo insieme a due cacciatorpedinieri di scorta.
    La Kirishima uscì indenne da quello scontro, ma due notti dopo, esattamente nella notte tra il 14 ed il 15 novembre 1942 insieme agli incrociatori Atago, Takao ed alcuni cacciatorpedinieri di scorta fu intercettata dalle corazzate americane: USS Sud Dakota e Washington e quattro cacciatorpedinieri. La Kirishima sotto il tiro dei grossi calibri della Washington da una distanza di 8.000 metri, veniva colpita da 9 proiettili da 406mm  e circa 40 da 127 mm, agonizzante, con grandi devastazioni e furiosi incendi a bordo affondava con gran parte del suo equipaggio.

Giorni nostri Agosto 1992

    Nel corso di una spedizione scientifica di ricerca, il Dott. Robert D. Ballard (studioso oceanografico) scoprì il relitto della KIRISHIMA a circa 1220 metri di profondità, lo scafo risultò adagiato e capovolto sul fondo dell’oceano ad una distanza di circa 8,5 miglia ad est dell’Isola di Savo.

IL MODELLO IN COSTRUZIONE
    Dopo aver realizzato i modelli “Liberty”, "Indianapolis" e  "Montecuccoli", eccomi qui alle prese con un altro modello in resina, sempre più impegnativo, dal  punto di vista modellistico ed economico! Questo modello dell’americana Yankee Modelworks è decisamente tra i più costosi.
    Comunque i suoi 65 cm di lunghezza (tutto in resina) giustifica in parte l’alto costo. Nella foto sottostante si può vedere la confezione e tutte le componenti del bellissimo kit americano, questa volta lo scafo e tagliato alla linea di galleggiamento, pertanto dà la possibilità di realizzare un diorama. Ma come sempre, io preferisco vedere la nave in tutta la sua forma ed in particolar modo per questo modello. Nelle successive foto infatti  si potranno apprezzare le particolari ed eleganti forme di carena di questa nave.
    Il kit in esame, a mio parere, è tra i migliori in assoluto per qualità di resina e dettaglio. L’unica difficoltà incontrata è stata l’unione delle due parti (opera viva ed opera morta). Inizialmente pensavo ad un modello deformato, classica banana dei modelli in resina, considerando inoltre l’elevate dimensioni dello stesso. Invece no! Con mia grande sorpresa era solo un eccesso di resina sull’ampia superficie di contatto del pezzo inferiore (opera viva).
    Pertanto, armato di tanta pazienza, carta vetro, piccoli accorgimenti e tanta manualità, ho risolto il problema brillantemente ed in poco tempo. Le altre componenti del kit sono contenute in due buste separate, una per le parti che compongono le sovrastrutture in resina e l‘altra tutti i dettagli in metallo. Una grande scheda di fotoincisioni marchiata “Trident” ed un foglio di decal. Assenti purtroppo vari tondini in rame.
    Nella media la scheda di fotoincisioni, per qualità e numero di dettagli, infatti con queste, oltre alle normali scalette verticali ed inclinate a 45°, draglie ecc., alcune parti vanno a completare parte delle sovrastrutture ed il ponte di volo a poppavia della nave (zona della catapulta e parcheggio aeromobili imbarcati). Normale e comunque completa la dodazione di decal che comprende soprattutto bandiere nazionali di navigazione  e coccarde per l’aereo imbarcato. Ovviamente per poter realizzare in modo fedele questo modello, è assolutamente necessario documentarsi, io ho utilizzando monografie ed Internet, ed esattamente la Classic Warship nr.13 IJN Kongo Class Battleships; Profile Morskie IJN Hiei “Limited Edition”  e   IJN Kongo nr. 4.
    Nonostante quanto detto, ho comunque deciso di migliorare questo già validissimo modello.  I dettagli migliorabili sono l’armamento della nave, dal principale al secondario. Possono essere sostituite tutte le canne in dotazione al kit con quelle dell’azienda Steve's CNC Cut Barrel  - Set “IJN Kirishima Limited Edition” 14 x 6” 50 cal Casement guns and 8 x 5” AA guns plus the mains
Nota importante
questi set di miglioramento, purtroppo non sono più reperibili, a causa della morte improvvisa di Steve avvenuta il 1° Agosto 2006
    Il lavoro più difficoltoso consiste nell’unione delle due sezioni, come accennato precedentemente, va asportato l’eccesso di resina sull’ampia superficie orizzontale di contatto. Fatto questo, si operano  due buchi (uno per ogni metà), questi devono combaciare per l’inserimento di un tondino.
Tutto ciò va fatto
per rendere sicura l’unione delle parti con l’utilizzo inoltre di colla bicomponente per resine.
Unite le due metà, si procede all’asportazione sulle fiancate di un bordo di circa 2 mm per lato, anche questo è un eccesso di resina nella colata. Nel fare questo intervento bisogna stare molto attenti a non modificare le line di carena e soprattutto a non rovinare il modello.
Questo lungo lavoro di preparazione dello scafo, ha richiesto tanta manualità, considerando anche le notevoli dimensioni del modello e conseguente peso. Dopo aver eliminato la resina in più, si procede al paziente lavoro di stuccatura, utilizzando stucco per resine e soprattutto la stessa polvere di resina residua e colata nelle fessure con del collante.
Completata la stuccatura, si applicano sullo scafo le appendici di carena:
  1. Cavalletti porta assi;
  2. Assi (quest’ultimi ottenuti con  tondini in rame);
A questo punto lo scafo è pronto per la colorazione ovviamente dopo aver effettuato un accurato lavaggio con acqua tiepida per togliere la sostanza oleosa che si trova ancora in molti parti del modello.

COLORI E RIFERIMENTI

    Per questo modello, la colorazione consigliata dalle istruzioni del kit è corretta, consultando le pubblicazioni/monografie a mia disposizione, si deduce infatti, che nel Giugno 1935 presso l’arsenale di Sasebo, la Kirishima effettuò la seconda ed ultima grande ricostruzione. La prima ricostruzione invece avvenne nell’Arsenale di Kure. Perché questo? Per chi non lo sapesse ancora, le navi da guerra della marina imperiale giapponese avevano diverse tonalità di grigio, proprio in funzione dell’Arsenale dove veniva effettuato l’allestimento. Pertanto la Kirishima aveva la tonalità finale di “Grigio Sasebo Arsenal” applicata sopra a quella di “Kure Arsenal”.
A questo punto, che colori utilizzare? Non è noto alcun Federal Standard, ma due aziende preparano colori specifici:
Pertanto ho scelto i colori della WEM
TABELLA COLORI
WEM CC IJN 02 IJN KURE GREY
WEM CC IJN 01 IJN SASEBO GREY
WEM CC IJN 09 IJN DECK TAN
WEM CC IJN 10 IJN LINOLEUM
TAMIYA XF-9 HULL RED
    Si procede alla colorazione, io ho deciso di iniziare dallo scafo con il Tamiya Hull Red, con 2 passate di aerografo. Ovviamente tra una e l’altra almeno 24/36 ore per una buona essiccazione del colore. Lo stesso  discorso vale per l’acrilico della Wem, anche se quest’ultimo mi parso più delicato con nastri carta adesivi per il mascheramento. Viene stesa prima una buona mano del “Grigio Kure Arsenal” e successivamente una di “Grigio Sasebo Arsenal” esattamente come è avvenuto nella realtà tanti anni fa! Ultimo colore è il “Deck Tan” sul grande ponte in legno, anche qui due passate di aerografo e ritocchi con pennello morbido. Nelle sottostanti foto si può vedere il modello con la sua colorazione, il ponte in legno è già leggermente invecchiato!
    Completato lo scafo, si procede alla realizzazione delle prime sovrastrutture. In questo modello noteremo una notevole presenza di tralicci, tutti da realizzare in fotoinciso. Nelle successive foto vedremo le realizzazioni (quasi complete) posizionate a scopo  dimostrativo sul modello
    Ora passiamo alla sovrastruttura principale, questa è composta da 8 ponti sovrapposti!! Ma tra un ponte e l’altro vanno inserite un infinità di fotoincisioni: strutture, supporti angolari, draglie, scalette verticali, numerose plance su più livelli e parti in metallo. Sicuramente di non facile realizzazione, infatti tutti i ponti sono stati adattati uno all’altro a causa di imprecisioni degli stampi, alcuni sono stati abbassati altri sono stati aumentati in altezza con del plasticard, tutto questo per far combaciare le parti in resina con quelle in metallo fotoinciso.  Il risultato lo si può vedere nelle sottostanti foto
    Si aggiungono ulteriori dettagli a prua: catene ancore, bocche passa cavi. Inoltre si effettua un invecchiamento più accentuato, sul ponte a prua, in quanto gli agenti atmosferici (colpi di mare in particolare) portavano a deteriorare più decisamente questa zona di ponte. Inoltre la maggiore presenza di parti in ferro (catene, ancore, bitte ecc.) contribuivano ad una maggiore presenza di ruggine.
    A poppa, esattamente tra la 3 e la 4 torre, si trova la zona interamente dedicata alla componente di volo della nave. Nella foto sopra si vede il ponte, realizzato completamente in metallo fotoinciso, completo di binari, quest'ultimi vengono applicati prima della colorazione e successivamente vengono applicate due buone mani di "Linoleum" della Wem, colore tipico in queste zone di ponte sulle navi giapponesi. Nella terza foto si vedono i due fumaiuoli colorati ma non acora completi, saranno da aggiungere le tele bianche sulle draglie e tutti i proiettori e qualche altro piccolo dettaglio!
PARTE II