Kit
in resina - scala 1/350
Incrociatore
Leggero Classe Condottieri
"Raimondo
Montecuccoli"
Primavera 1942
La Storia
17
ottobre 1930 – Il
Ministero della Marina commissionò al Cantiere Ansaldo di
Genova un progetto
per una nuova classe di incrociatori leggeri definiti inizialmente “Diaz
modificato”
o “7.000”.
La specifica di partenza era
appunto un dislocamento di circa 7000 tonnellate ed una elevata
velocità.
Venne deciso di costruire 2 navi,
il Montecuccoli presso il Cantiere Ansaldo di Genova ed il gemello
Muzio
Attendolo presso i Cantieri Navali Riuniti dell’Adriatico di
Trieste.
Il
Montecuccoli
venne impostato il 1°
ottobre 1931 e varato il 2 agosto 1934, eseguì le prove in
mare nella primavera
del 1935 ed il 30 giugno dello stesso anno fu consegnato ufficialmente
alla
Regia Marina.
Con l'incrociatore gemello Muzio
Attendolo
fu dislocato a La
Spezia, dove si perfezionò l'allestimento e l'addestramento
degli equipaggi; le
due unità appena operative furono affiancate al Duca d'Aosta
ed all'Eugenio di
Savoia ed insieme diedero vita alla VII
Divisione Incrociatori
comandata dall’Ammiraglio di Divisione Salza, ed inquadrata
nella 2^ Squadra Navale.
L’armamento di questo incrociatore
era costituito da 8 cannoni da 152/53mm OTO; 6 cannoni da
100/47mm RM OTO; 8 mitragliatrici da 37/54mm Breda.
Inoltre a centro nave due impianti binati lancia siluri SI 1928 da
533mm; a
prua sotto la prima torre il sistema di dragaggio con due paramine di
tipo “C”.
La protezione/occultamento era
affidata a sei nebbiogeni del tipo RM disposti quattro sul fumaiolo
prodiero e
due su quello poppiero, altri due di tipo a nafta erano sistemati a
murata
all’estrema poppa.
La componente aerea imbarcata
consisteva in un biplano I.M.A.M. RO 43 con equipaggio misto, pilota
dell’Aeronautica ed osservatore della Marina, il velivolo
assolveva compiti di
osservazione del tiro e ricognizione. Il Montecuccoli fu il primo
incrociatore
in assoluto ad imbarcarlo.
Con lo scoppio della guerra civile
spagnola nel 1936, il governo italiano decise l’intervento in
aiuto ai
Nazionalisti. Le unità da guerra italiane furono impiegate
in crociere
protettive del traffico marittimo ed evacuazione di connazionali e
profughi.
Il 27 agosto 1937 il Montecuccoli
ricevette l'ordine di
muovere immediatamente per l'estremo oriente allo scopo di rafforzare
la Stazione
Navale Italiana in Cina; in quel periodo cinesi e giapponesi
si contrastavano con grave pericolo per le
Concessioni internazionali. La direttiva per il Comandante
dell’incrociatore,
il Capitano di Vascello Da Zara, era di contrastare
l’espansione coloniale
Giapponese ad oltranza.
L'incrociatore, partito da Napoli
il 30 agosto 1937, compì una lunga navigazione toccando i
seguenti porti: Porto
Said, Aden, Colombo e Singapore. Finalmente giunse nelle acque del
Woosung, il 15 settembre 1937 il
Montecuccoli era nel porto di Shanghai.
Grazie alla sua elevata velocità
di crociera riuscì a coprire la grande distanza in 17 giorni
di navigazione, guadagnandosi,
oltre al titolo di "miglior
tiratore"
della Regia Marina conquistato nelle ultime esercitazioni
prima della partenza, anche quello di "più
valido camminatore".
Nell'autunno
del 1938, Shanghai venne occupata dai giapponesi, così al Montecuccoli
il 16 dicembre 1937, fu ordinato di salpare alla volta
di Sydney
per presenziare alla
celebrazione del 150° anniversario della fondazione dello Stato
del New South
Wales. Accolto da festosi ed orgogliosi connazionali e dalla eccellente
ospitalità
degli australiani, l'incrociatore toccò tutti i principali
porti del paese:
Sydney, Hobart, Adelaide, Freemontle, Brisbane e Melbourne.
Poi giunse l'ordine di rientrare a
Shanghai, la navigazione venne eseguita toccando i porti di Batavia e
Saigon
dove si effettuarono i consueti rifornimenti, quindi il Montecuccoli
proseguì la sua navigazione verso Yokoama (Giappone),
con sosta a Nagasaki, Beppu e Kobe. Dopo la sosta nei porti Giapponesi
riprese
il mare per continuare la sua lunga navigazione, attraversando gli
stretti di Tsugaru
e Tsushima ed i primi di giugno del 1938 l'incrociatore era nuovamente
a
Shanghai. Ripartì definitivamente il 29 agosto per l'Europa
e giunse a Napoli
il 7 dicembre 1938, il Montecuccoli aveva percorso circa 50 mila miglia!
Nel
corso della guerra il Montecuccoli
e
l’Attendolo
ebbero una vita operativa particolarmente attiva e quasi sempre
intrecciarono
il loro destino con gli Incrociatori Eugenio
ed Aosta,
formando i due più famosi
Gruppi di Incrociatori “Montecuccoli” ed
“Aosta”. Vennero impiegati in diversi
compiti tra cui la ricerca del nemico, bombardamenti contro costa, posa
mine,
trasporto personale, materiali e truppe, protezione del traffico
mercantile,
trasferimenti, missioni ed esercitazioni.
Il 10 giugno 1940 il Montecuccoli
e l’Attendolo si trovavano in porto a Napoli, i Comandanti
erano in assemblea a
bordo dell’Attendolo per commentare l’avvenuta
dichiarazione di guerra della
nazione alla Francia ed Inghilterra. Nel corso dei mesi di luglio ed
agosto
1940 furono impegnati nel trasporto di truppe e materiali da Napoli a
Bengasi
via Catania, proprio a seguito di queste missioni, si giunse al primo
scontro
tra navi italiane ed inglesi, meglio conosciuto come la battaglia
navale di P.ta
Stilo.
Nel Marzo 1941 Supermarina elaborò
un piano di sbarramento mine nel Canale di Sicilia per contrastare i
convogli
di rifornimento inglesi per Malta da Gibilterra ed Alessandria. Per
questa
operazione vennero impiegati gli Incrociatori della VII Divisione,
scortati da
numerosi cacciatoperdinieri. Questo sbarramento denominato
“T” venne attuato in
più missioni e nel corso dei mesi successivi fornendo
notevoli risultati, nel
dicembre dello stesso anno vi incappò la forza Inglese
“K” con la conseguente
perdita di due navi ed il danneggiamento di altre due.
Nel Settembre 1941 il porto di Palermo veniva sottoposto a
frequenti attacchi aerei, ed esattamente il giorno 7, il Montecuccoli
in porto
venne danneggiato dalle schegge di un grappolo di bombe cadute nelle
vicinanze
della nave.
Nel Dicembre 1941, la comune
esigenza di rifornire, gli italiani verso la Libia e gli Inglesi verso
Malta, i
Comandi Supremi organizzarono in questo periodo numerosi convogli
scortati da forze
navali di un certo peso. Il reciproco contrasto in queste missioni
diede luogo
alla prima battaglia della Sirte (17 dicembre 1941). In seguito allo
scontro
del 22 marzo, meglio conosciuto come “seconda
Sirte”, a Malta giungero solo un
quarto dei previsti rifornimenti, pertanto la situazione degli inglesi
diveniva
sempre più preoccupante, anche a causa
dell’intersificarsi delle incursioni
aere italo-tedesche. Contemporaneamente il traffico
dall’Italia verso la Libia
continuava senza problemi senza che la Mediterran Fleet potesse in
alcun modo
interromperlo a causa delle gravi perdite e danneggiamenti subiti.
Il 2 maggio 1942, gli incrociatori
Montecuccoli
ed Eugenio
di Savoia
con 2 cacciatorpedinieri di scorta si dislocarono
prima a Messina e successivamente a Cagliari per poter intercettare gli
eventuali convogli di rifornimento a Malta. Il 13 maggio la 7^
Divisione
navale muoveva nuovamente, da Cagliari dirigendo per Palermo, durante
la
navigazione si udirono tre forti scoppi subacquei, sicuramente dovuto
al fine
corsa di siluri lanciati da un sommergibile inglese.
La Squadra navale giunse a Palermo
alle 8.00 del giorno seguente, le navi con ormeggi provvisori si
rifornirono di
tutto il necessario, rimanendo pronte a muovere. Alle 19.00 dello
stesso giorno
giunse l’ordine da Supermarina, dovevano salpare
immediatamente, il
Montecuccoli scostò dalla banchina per primo.
In mare, la formazione composta
dall’Eugenio e seguito dal Montecuccoli, in testa i
cacciatorpedinieri Ascari
ed Oriani, sulla dritta Vivaldi e Malocello ed a sinistra il Premuda,
mare
calmo cielo stellato ed aria chiara, alle ore 03.00 superata
l’Isola di
Marettimo in direzione di Capo Bon, si scorsero all’orizzonte
vampate di
cannoni, era la reazione del convoglio inglese agli attacchi notturni
di aerei
e MAS. La notte scivola tranquillamente, alle 05.00 venne acceso il
motore
dell’IMAM RO 43 e subito dopo venne chiamato
all’interfono il posto di
combattimento generale. Alle 05.33 si avvistano sulla dritta a circa
20.000
metri unità sospette, in realtà erano due
cacciatorpedinieri della Classe
Tribal ed uno della classe Pakenham scambiati per incrociatori. Il
rombo
dell’IMAM RO 43 è al massimo, decolla sulla
sinistra e punta dritto sul nemico
per la ricognizione, mentre il Montecuccoli fila a 28 nodi issando la
bandiera
da combattimento, alla distanza di 19.800 metri apre il fuoco con i 152
mm sul
Partridge, inquadrandolo già alla terza salva, alle 05.44 la
velocità salì a 32
nodi per poter serrare la distanza, alle 06.15 i caccia inglesi in
testa alla
formazione venivano colpiti mentre gli altri tentavano di occultare il
convoglio con i fumogeni. Anche il Montecuccoli venne raggiunto da un
proiettile di medio calibro, causando 8 feriti di cui 5 gravi.
Si accese una tremenda mischia a distanze
variabili dai 4.000 ai 5.000 metri, i caccia inglesi addirittura
arrivarono ad
utilizzare le mitragliere e da tutte le unità venivano
effettuati ripetuti
lanci di siluri, i caccia inglesi manovrarono per allontanare gli
Incrociatori
italiani dal convoglio, lo scontro durò poco,
i cacciatorpedinieri inglesi si dispersero anche per evitare
conseguenze
peggiori, mentre i cacciatoperdinieri di scorta italiani soccorrevano
il
pariclasse Vivaldi in fiamme.
A questo punto il Montecuccoli e
l’Eugenio puntano a tutta forza sui Piroscafi del convoglio
già lontani con
rotta verso nord, la ricerca terminò alle 11.23 quando
all’orizzonte vennero
avvistate alte e dense colonne di fumo, gli aerei S.79 erano andati a
segno sul
convoglio. Alle ore 11.00 del 16 giugno il Montecuccoli e
l’Eugenio ripresero
l’ormeggio a Napoli.
L'estate del 1942 segnò una svolta
decisiva per le sorti della Seconda guerra mondiale. Gli Alleati,
infatti,
durante la prima conferenza di Washington (12 dicembre 1941-14 gennaio
1942)
avevano stabilito di attaccare le forze dell'Asse partendo dall'Europa
Occidentale a cominciare dall'Italia, ma le difficoltà
logistiche nei mesi
successivi indussero il cambiamento delle priorità stabilite
mettendo in cima
alla lista il Nord Africa.
Determinante in questa azione era
la protezione di Malta, dall'isola fortificata infatti decollavano gli
aerei
per proteggere i convogli Alleati che viaggiavano tra Gibilterra e Suez
e
soprattutto dovevano attaccare quelli dell'Asse in navigazione tra
Italia e Libia,
fornendo inoltre una base sicura per i sommergibili.
Per
far fronte alle necessità di Malta gli Alleati organizzarono
un nuovo grosso
convoglio di rifornimenti proveniente dall'Atlantico dando vita all'Operazione
Pedestal.
La squadra navale, posta al comando dell'Ammiraglio Burrough,
era composta da:
13 piroscafi (Almeria
Lykes, Brisbane Star, Clan Ferguson, Deucalion, Dorset,
Empire Hope, Glenorchy, Melburne Star, Port Chalmers, Rochester
Castle, Santa Elisa, Waimarama, Wairangi), 2
petroliere (Nigeria,
Ohio), 4 portaerei (Eagle,
Furious, Indomitable, Victorious), 2 navi da battaglia (Nelson
e Rodney), 7 incrociatori, 34
cacciatorpediniere, 8 sommergibili e venti
unità minori.
L'imponente
forza navale anglo-americana salpò da Gibilterra il 10
agosto 1942 con rotta
per il Canale di Sicilia. I movimenti di questa colossale squadra non
passò
inosservata alle spie italo-tedesche di Gibilterra. I Comandi
militari dell'Asse decisero di
affrontarla con due divisioni navali: la III
incrociatori (Bolzano,
Gorizia
e Trieste)
e la VII incrociatori
(Eugenio
di
Savoia,
Montecuccoli
ed Attendolo)
oltre che con
sommergibili, MAS, motosiluranti e schnellboote ed il concorso di circa
700
aerei dalle basi della Sardegna e della Sicilia. Il piano dell'Asse
prevedeva
un attacco di superficie vicino l'isola di Pantelleria, ma Supermarina
era
molto allarmata dalla presenza di considerevoli forze aeree di base a
Malta ed
a bordo delle portaerei di scorta.
Mentre in mare
le unità minori combattevano con successo la loro battaglia,
il continuo
battibecco tra gli addetti navali italiani e tedeschi da una parte ed i
responsabili delle forze aeree dall'altra avrebbero ridotto il ruolo
della Regia
Marina a quello di “bersaglio”, cosi Supermarina
richiamò la III e VII
Divisione Incrociatori in porto,
lasciando il campo ai sommergibili ed alle unità minori.
Al termine
della battaglia gli Alleati avevano perso 10 dei 15 mercantili, una
portaerei,
due incrociatori ed un cacciatorpediniere. Inoltre, una portaerei, due
incrociatori, tre cacciatorpediniere e tre mercantili, per i danni
riportati,
rimasero nei cantieri di carenaggio per molti mesi. L'aviazione Alleata
perse
anche 34 aerei (5 della RAF e 29 della Royal Navy), 16 dei quali
affondati con
la portaerei Eagle.
Queste appena
descritte sono state le rare occasioni in cui le nostre
unità
poterono
lanciarsi in azioni di attacco e nel complesso “Mezzo
Giugno” e “Mezzo Agosto”
rappresentarono
comunque un successo
strategico delle forze aeronavali dell’Asse.
L’8 settembre
1943, con l’armistizio, le navi della Regia Marina dovevano
dirigere per Malta.
Il Montecuccoli lasciò il porto di La Spezia alle ore 02.40
del 9 settembre
insieme alla “VII” “VIII” e
“IX” Divisione Incrociatori scortati da numerosi
cacciatorpedinieri.
Lo stesso
giorno, ed esattamente alle ore 16.11 il tragico evento, la nave da
battaglia
“Roma” veniva attaccata ed affondata da aerei
tedeschi che utilizzarono bombe
razzo radiocomandate, la violentissima esplosione causò la
morte dell’Amm.
Carlo Bergamini, di tutto il suo Stato Maggiore e di due terzi
dell’equipaggio.
Mentre le tre Divisioni Incrociatori giunsero indenni a Malta
l’11 settembre
1943 alle ore 10.45 nella Baia di S. Paolo.
Il
Montecuccoli, fu una delle poche fortunate navi della Regia Marina a
sopravvivere al conflitto, ebbe così il privilegio insieme
ad altri tre
incrociatori di prestare ancora servizio nella Marina in seguito al
Trattato di
Pace. Durante il 1946 inoltre rimpatriò prigionieri italiani
da Porto Said,
Philippeville, Algeri ed Orano.
Dal 1947 al 1949 il Montecuccoli riprese
l'attività di squadra e fu designata come nave-scuola per
gli allievi
dell'Accademia Navale, iniziò le campagne estive di
istruzione ai cadetti dal
1949 nel Mediterraneo, Santa Cruz de
Tenerife nel 1951 ed a Londra nel 1952.
Nel 1954 il Montecuccoli fu
sottoposto a grandi lavori di trasformazione e rimodernamento presso i
Cantieri
Navali di La Spezia che lo resero più idoneo al compito di
nave-scuola. Alternò
l’attività di squadra con le campagne di
istruzione, nel Mediterraneo a Copenaghen
nel 1955, indimenticabile fu la campagna di istruzione con la circumnavigazione
del mondo
dal 1°
settembre 1956 al 1° marzo 1957 inizialmente non prevista ed
infine resa
obbligatoria nel viaggio di ritorno dall'Australia a causa della crisi
del
Canale di Suez. Compì inoltre il periplo
del continente africano nel 1963, ultima tappa di una lunghissima
attività in
pace ed in guerra.
La sera del 31 maggio 1964 nella
base navale di Taranto con una cerimonia venne ammainata per l'ultima
volta la bandiera
ed il 1° giugno 1964 il Montecuccoli fu definitivamente
cancellato dal Quadro
del Naviglio Militare dello Stato, rimorchiato a La Spezia, nel 1972
passò alla
demolizione.
IL
MODELLO IN COSTRUZIONE
Amici
modellisti, dopo l'Indianapolis eccomi qui alle prese con un nuovo
modello sempre in resina. E' la prima volta che provo a realizzare un
kit dell'Italiana
Delphis Models,
azienda che
insieme a
Regia Marina Mas, si occupano esclusivamente di modelli navali in
resina della Regia Marina ed attuale Marina Militare in scala 1/700.
La Delphis, con questo modello fa un
eccezione,
realizzando un kit in scala 1/350 del
Montecuccoli, modello un pò costoso considerando lo standard
della scala e comparandolo con altri kit di altre aziende oltreoceano.
Esaminando il kit, si può tranquillamente affermare che ci
troviamo davanti ad un modello ben realizzato. Ottima la
qualità
della resina ed il numero di dettagli presistenti sul consueto unico
blocco dello scafo, buona la dotazione di fotoincisioni.
Purtroppo sono assenti le decals, ci si dovrà un
pò
arrangiare qua e la, non mi risulta che la Delphis produca decal in
scala 1/350 espressamente dedicate, ma guardando il sito ufficiale si
può vedere un discreto assortimento in scala 1/700!
Dopo questa piccola presentazione del
kit, passiamo
ora
alla realizzazione, ovviamente si deve preparare lo scafo, eliminando
tutte le parti in eccesso e successivamente stuccare con bicomponente
per resina. Guardando libri e monografie si nota che sul
modello,
nonostante l'ottima realizzazione, mancano dei dettagli visibili ed
importanti. Sulle
fiancate della nave vanno create le file di oblò (su 3
ponti)
utilizzato un mini trapano. Ovviamente per fare questo è
necessario creare prima dei riferimenti importanti come la linea di
galleggiamento (originariamente non tracciata sullo scafo).
A centro nave, inoltre va creata una
fascia di
corazzatura aggiuntiva, utilizzando un foglio sottilissimo di
plasticard. il tutto è possibile osservarlo nelle
sottostanti
foto.
Io
ho pensato,
inoltre, di riprendere tutti i
portelloni orizzontali e verticali utilizzando dei sets generici in
scala. Rifacimento delle zone dedicate all'armamento secondario,
utilizzando un nuovo ed intaressante set di miglioramento della Tauro
Models.
Applicazione di antistrucciolo sul ponte di coperta,
utilizzando il set di miglioramento della Francese L'Arsenal AC 350 34.
Osservando ulteriormente le foto storiche e disegni, si
nota da centro nave verso poppa, la presenza di binari sul
ponte
di coperta, dove su di essi scorrevano dei carelli con le mine. Questo
dettaglio è stato autocostruito in modo semplicissimo,
utilizzando delle scale verticali in fotoinciso.
Ora passiamo alla fase di realizzazione
più importante di questo modello, dopo aver
applicato tutte le
appendici di carena: Timone centrale, cavalletti porta assi, assi
eliche e le alette antirollio a centro scafo, si passa a colorare
questo modello, un impresa non facile!
Bisogna armarsi di tanta
pazienza, una
quantità industriale di nastro carta adesivo ed infine i
colori
giusti.
La Delphis consiglia i colori della
Humbrol, non a
caso, infatti per la Regia Marina non esistono dei riferimenti ben
precisi (FS....), solo la White Ensign Models realizza dei colori
specifici.
Soprattutto va deciso a quale periodo si fa riferimento:
Dal 1935 al 1941 il Montecuccoli assumeva la classica colorazione con
grigio chiaro (Humbrol 64 + 147);
Nel 1942 l'unità veniva mimetizzata, come nel sottostante
schema:
Disegno
1
|
Disegno
2
|
Grigio
chiaro / Light Grey Humbrol 64 (50%) + 147 (50%) |
Grigio ponte / Deck Grey Humbrol 27 |
Grigio scuro / Dark Grey Humbrol 67 |
Nero opaco / Matt Black |
Bianco opaco / Matt white |
Blu scuro / Dark Blue |
Rosso opaco / Matt Red Humbrol 153 |
Giallo scuro Opaco / Matt dark yellow
|
Verde opaco /
Matt
green (carena)
|
N.B. Importante: il disegno 2
contiene un errore nella colorazione: Le
striscie bianche e rosse sul ponte di castello (a prua)
partivano
circa a metà
dalla piattaforma della 1^ torre binata e non dalla 2^ come nel
disegno! Questa colorazione a striscie venne adottata dal luglio 1940
al maggio 1942.
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Fiancata di sinistra |
|
|
Fiancata
di dritta |
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Nelle foto sopra
si possono
chiaramente vedere i schemi di camouflage adottato su questo
incrociatore, diverso per ogni fiancata, geometrico sul lato dritto,
mentre più curvilineo sul lato sinistro.
Mi fermo qui nella
descrizione, e vi rimando alla seconda parte, dove vi farò
vedere
l'avanzamento lavori sulle poche sovrastrutture di questo modello.